Saper distinguere tra un disturbo dell’apprendimento e una difficoltà dell’apprendimento è essenziale per poter portare avanti un lavoro in grado di tener conto delle reali potenzialità della persona. Portare avanti un lavoro che non consideri tale differenza rischierebbe di essere un fallimento fin dall’inizio.
Spesso ci troviamo a lavorare con pazienti che presentano dei problemi specifici nell’apprendimento, la cui causa primaria non sempre è da ricercare in un deficit cognitivo, responsabile di ciò che viene definito a livello diagnostico come DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento), ma si può trattare di una semplice difficoltà, associata all’acquisizione di strategie di apprendimento che appaiono non adeguate.
Di fondamentale importanza in questo senso viene attribuita alla diagnosi, che assume una funzione differenziale, permettendo di fare luce sulla presenza o meno di disturbi in specifiche aree dell’apprendimento.
Una buon processo diagnostico comprende:
- una prima fase in grado di stabilire se è presente una reale problematica legata ad una o più aree di apprendimento (lettura, calcolo e scrittura), riscontrando l’abilità cognitiva che appare limitata;
- una fase successiva che richiede un percorso di potenziamento specifico per quell’area;
- una terza fase in cui si verifica se tale percorso ha avuto degli effetti.
Sulla base dei risultati ottenuti possiamo avere il quadro della situazione e stabilire in maniera chiara se siamo davanti ad un vero e proprio disturbo o ad una mera difficoltà. Tale differenza assume un’importanza fondamentale, sia perché permette di non attribuire inutili etichette, sia perché ci fornisce delle informazioni preziose sulla tipologia di lavoro da portare avanti.
Un training adeguato alla problematica che si ha davanti, tiene conto nei casi di DSA dei limiti oltre i quali specifiche abilità non possono essere potenziate e non mette la persona nella condizione di vivere la frustrazione di fallimenti inutili, ma cercherà di mettere in risalto le conquiste raggiunte e i punti di forza che possono essere sfruttati per l’acquisizione di nuove strategie. Mentre lá dove si trattasse di una semplice difficoltà, il lavoro di potenziamento sulle abilità responsabili della lettura, piuttosto che del calcolo o della scrittura, sarà in grado di riportare come risultati il superamento di quei limiti che potevano far supporre la presenza di un disturbo, mostrando come siano portatori di abilità che inizialmente potevano apparire nulle.